Se non pago le tasse?!

Quando si pensa ad una qualsiasi azienda, il documento che ne da la rappresentazione più reale è sicuramente il suo bilancio.

Dottore, cosa succede se non pago le tasse?!

Il 99,9999% dei clienti prima o poi avanzerà questa domanda al proprio commercialista.

La risposta più corretta è un “dipende”. Questo perché “non pagare le tasse” può significare cose diverse: si tratta di tasse o di imposte, di contributi o altro ancora? Qual è la motivazione? Il cliente non ha tutti i soldi per pagarle? Non vuole pagarle adesso? Non vorrà mai pagarle?

Per fare maggiore chiarezza, bisogna illustrare tutto l’iter burocratico e cronologico, e in questo caso prendiamo come esempio il pagamento di un’imposta, come potrebbero essere l’iva, l’irpef o l’ires:

  1. Tutto parte con la dichiarazione: il contribuente, per il tramite del suo commercialista, o più propriamente il suo intermediario abilitato, effettua la dichiarazione dalla quale emerge il relativo debito tributario; se non viene effettuato il pagamento del F24 con codice tributo corrispondente entro la scadenza naturale, si genera un debito in capo al contribuente;
  2. Il contribuente può “ravvedersi” attraverso l’istituto del “ravvedimento operoso”: il contribuente in maniera spontanea decide di regolarizzare la propria posizione debitoria, “sempreché la violazione non sia stata già constatata e comunque non siano iniziati accessi, ispezioni, verifiche o altre attività amministrative di accertamento delle quali l'autore o i soggetti solidalmente obbligati, abbiano avuto formale conoscenza”, come recita l’art 13 dlgs 472/97; in tal caso la sanzioni possono arrivare ad un massimo del 5% a secondo del ritardo con cui si paga, alle quali vanno aggiunti gli interessi legali;
  3. Se il contribuente non si ravvede, l’Agenzia delle Entrate invierà in automatico un “avviso bonario” con il quale gli verrà richiesta l’imposta non versata, maggiorata di una sanzione del 10%, e degli interessi legali; il contribuente potrà pagarla entro 30 giorni, oppure chiederne la rateizzazione;
  4. Lo step successivo, se il contribuente non ha regolarizzato la posizione debitoria con l’avviso bonario, prevede il passaggio della pratica/debito direttamente all’Agenzia della Riscossione (ex Equitalia), e le sanzioni passeranno al 30% dell’imposta oltre ad interessi legali e oneri di riscossione; entro 60 giorni ci sono tre possibilità: pagare l’intero importo, chiederne la rateizzazione, oppure fare ricorso contro la cartella di pagamento. L’ultima spiaggia sarà rappresentata dall’”intimazione di pagamento”, passati ulteriori 5 giorni, o rateizza o l’Agenzia della Riscossione potrà avviare le procedure di riscossione, attraverso il pignoramento dei beni del contribuente.

Riepilogando: ravvedimento operoso, avviso bonario, agenzia della riscossione; fondamentale monitorare periodicamente le possibili notifiche che possono pervenire tramite raccomandata o tramite posta elettronica certificata (pec).

Ogni domanda è benvenuta, non esitare a contattarmi!

Filippo Lando Dottore Commercialista

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