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Se e come dichiarare i Bitcoin e le altre cryptovalute
In questo momento, il Bitcoin rappresenta la cryptovaluta con la maggiore capitalizzazione al mondo, seguita da Etherum, Cardano e via via da tutte le altre cryptovalute, ma è una classifica che potrà rivelare molte sorprese nei prossimi periodi.
Cryptovalute e bitcoin
Il termine Cryptovaluta è composta da due termini Crypto e Valuta, quindi una valuta nascosta, visibile solamente conoscendo un determinato codice.
Di Cryptovalute ce ne sono a migliaia, e ne vengono create di nuove costantemente, e visto il loro largo utilizzo, l’amministrazione finanziaria sta intervenendo sempre più velocemente per definirne il perimetro di utilizzo e la sua collocazione all’interno del panorama della fiscalità.
Cosa controllare se investi in cryptovalute
Il mondo crypto è in continua evoluzione, ma dal punto di vista fiscale il risparmiatore/trader/holder italiano, che detiene 1 Bitcoin, o anche una minima frazione dello stesso o di altre cryptovalute, dovrebbe focalizzarsi principalmente sui seguenti punti:
- Giacenza media
- Plusvalenze
- Redditi diversi
- Monitoraggio fiscale
Quando le cryptovalute determinano un reddito diverso?
Le plusvalenze si determinano solamente nel momento in cui le cryptovalute vengono vendute, e solo a condizione che la giacenza media dei wallet (portafoglio elettronico) sia superiore a 51.645,69 € per almeno 7 giorni consecutivi. In tal caso, le plusvalenze realizzate determineranno un “reddito diverso” in base all’art 67 Tuir, e quindi, redditi da dichiarare e da “tassare” (o più correttamente: redditi sui quali pagarci le relative imposte) nella propria dichiarazione dei redditi personale (Redditi PF) al quadro RT, attraverso l’imposta sostitutiva del 26%, la stessa aliquota che viene corrisposta per tutte le rendite finanziarie.
A prescindere dalla realizzazione o meno delle plusvalenze, rimane il fatto che vige l’obbligo di Monitoraggio fiscale, ovvero la compilazione del quadro RW, senza dover pagare tasse, ma dove si dichiara il possesso di cryptovalute poiché la stessa è equiparate a valuta estera, e in quanto tale, trattasi di “investimenti all’estero suscettibili di produrre redditi imponibili in Italia” e quindi soggetti ad attività di monitoraggio, a condizione che tali crypto siano “detenute” tramite intermediari non residenti.
Quindi, ricapitolando, prestate massima attenzione alla giacenza media, alle plusvalenze in caso di vendita, e al monitoraggio fiscale in dichiarazione dei redditi e in ogni caso, trovatevi un gran bravo commercialista.