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Il dividendo - modalità di erogazione e tassazione
In Italia, una delle forme giuridiche maggiormente utilizzate per svolgere l’attività d’impresa, è la società a responsabilità limitata, in acronimo S.R.L. Qual è il modo più corretto per remunerare i soci che hanno investito del capitale di rischio nella società? Attraverso l’erogazione del dividendo.
La logica alla base di una società
Partiamo prima di tutto da un concetto base, che è sempre giusto sottolineare: per creare utili, che poi verranno distribuiti ai soci sottoforma di dividendo, la società deve generare ricavi.
Quindi la società attiva, che genera ricavi, sostiene dei costi inerenti al proprio codice attività, realizza un utile lordo, sul quale paga le imposte d’esercizio, e quello che rimane dopo le imposte sono gli utili che andranno a formare le riserve distribuibili, appunto i dividendi.
I soci hanno due possibilità, o lasciano crescere le riserve di anno in anno aumentando il patrimonio aziendale, oppure decidono di distribuirle ai soci in base alla quota di partecipazione al capitale sociale. Questo è il dividendo, l’utile distribuito ai soci.
Precisazione d’obbligo: gli utili vengono destinati a riserva straordinaria (riserva distribuibile) solamente dopo aver accantonato un’apposita riserva legale, accantonamento obbligatorio del 5% degli utili dell’esercizio, fino al raggiungimento di un quinto del capitale sociale.
Come vengono distribuiti gli utili
Andiamo ad analizzare nel dettaglio la procedura di distribuzione degli utili, ricordandoci che il codice civile attraverso i suoi vari articoli, va a normare in maniera dettagliata tutto l’iter:
- Approvazione del verbale dell’assemblea dei soci che prevede la distribuzione degli utili: i soci devono riunirsi almeno una volta l’anno per l’approvazione del bilancio d’esercizio, e in quella occasione, oppure in momento successivo, possono deliberare la distribuzione di tutte le riserve distribuibili, o di una parte di esse, secondo le disponibilità liquide della società;
- Stampa di due copie originali del verbale con apposizione di due marche da bollo da 16,00 €uro (una su ciascun verbale);
- Pagamento del modello F23 per l’imposta di registro di 200,00 €uro, indicando il codice dell’ufficio dell’Agenzia delle Entrate competente;
- Deposito del verbale presso l’ufficio dell’Agenzia delle entrate competente da parte dell’amministratore.
La tassazione del dividendo
Visto l’iter burocratico relativo al dividendo, andiamo ad approfondire la parte relativa alla tassazione del dividendo, che nel corso degli ultimi anni ha subito continue variazioni; fino a qualche anno fa, una parte del dividendo percepita dal socio, andava riportata all’interno della dichiarazione dei redditi personale del socio, e andava a sommarsi ai fini irpef insieme agli altri redditi; tale percentuale è aumentata gradualmente al diminuire dell’aliquota IRES; rispettivamente andava dichiarato all’interno della dichiarazione dei redditi, il 40%, poi il 49,72% e infine il 58,14%.
Fino ad arrivare alla situazione attuale, dove i soci non devono più dichiarare una parte del dividendo percepito, ma bensì vi è una ritenuta a titolo d’imposta del 26%, che tratterrà direttamente la società in fase di erogazione del dividendo e la verserà all’erario attraverso modello F24.
Vediamo un esempio
- I soci decidono di distribuire 100.000 €;
- Ci sarà una ritenuta del 26%, quindi 26.000 € da versare tramite F24;
- I restanti 74.000 € andranno bonificati nei conti personali dei soci, senza scontare ulteriori imposte (non andranno dichiarati nella dichiarazione dei redditi).