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Cosa aspettarsi dalla riforma fiscale 2023
Anticipazioni dalla bozza della delega al Governo per la riforma del Fisco
La riforma fiscale annunciata ad inizio marzo comincia a delinearsi grazie alla bozza della Legge delega che il Parlamento in queste settimane dovrà approvare assegnando al Governo il perimetro entro cui operare.
Sarà compito del Governo, infatti, nei prossimi due anni (24 mesi) mettere mano e riformare il sistema fiscale e tributario del Paese.
Benché, ovviamente, non siano ancora disponibili nel dettaglio le misure che andranno a modificare la fisionomia del Fisco italiano, grazie alla bozza della delega è possibile cominciare a delinearne i contorni.
Principi generali
La riforma fiscale dovrà essere volta alla semplificazione delle procedure e della normativa fiscale, traducendosi in una diminuzione degli adempimenti a carico dei cittadini; all’obiettivo di ridurre la pressione fiscale si accompagna quello della riduzione dei conflitti tra cittadini e Amministrazione finanziaria, oltre all’intenzione di rimettere mano in maniera consistente alla normativa tributaria, imprimendo una nuova forza a leggi come lo Statuto del contribuente e puntando ad un’implementazione dei Testi Unici tributari.
Obiettivo flat tax
L’IRPEF sarà rivista, ponendo come strategia di breve periodo la riduzione (nuovamente) del numero di aliquote e scaglioni da 4 a 3, puntando ad una “flat tax” per tutti – partite iva e dipendenti – nel medio periodo. Sarà interessante vedere come sarà strutturata questa rimodulazione, posto che la delega da una parte prevede il mantenimento della progressività del sistema fiscale, dall’altra permette di utilizzare strumenti come la deduzione dei costi anche per i lavoratori dipendenti e la previsione di quote di reddito esenti da tassazione.
Si punta, anche, ad un ampliamento dell’utilizzo della cedolare secca anche per le locazioni abitative.
Principali manovre per le imprese
In tema di IRES la legge delega indica al Governo di procedere alla riduzione dell’aliquota di tassazione nel caso in cui le società adottino comportamenti virtuosi per l’economia come il reinvestimento degli utili e l’assunzione di personale, sottraendo in ogni caso da tale beneficio quanto potrà emergere da comportamenti evasivi.
Ma non c’è solo la riduzione dell’aliquota: si dovrà puntare sempre più ad una convergenza tra risultato civilistico e fiscale. Si procederà, tuttavia, ad un semplice riordino della disciplina in tema di deducibilità degli interessi passivi e del riporto delle perdite fiscali.
L’IRAP, invece, di fatto non sarà cancellata, ma diventerà una “sovrimposta”, un’addizionale all’IRES che servirà al finanziamento delle regioni.
L’IVA
L’imposta sul valore aggiunto subirà delle modifiche. La più interessante, sul fronte delle aliquote, è la previsione dell’introduzione dell’aliquota 0% su alcuni beni considerati essenziali (come il pane e la pasta).
In ogni caso l’obiettivo è razionalizzare e semplificare il sistema, orientandosi verso una maggiore convergenza ai criteri europei.
Relazione contribuente-Fisco
Il rapporto tra contribuente e Amministrazione finanziaria è un aspetto molto sentito dai partiti di maggioranza, così che la bozza di legge delega presenta una serie di linee guida volte a migliorare il rapporto tra le due “parti”, in un’ottica di maggiore collaborazione volta a favorire l’adempimento spontaneo.
Il principio generale, come anticipato, è la semplificazione in termini di adempimenti e di strumenti, favorendo la digitalizzazione dei canali a disposizione dei contribuenti.
Di sicuro interesse è la volontà di non prevedere la decadenza dai benefici fiscali per inadempimenti meramente formali o di lieve entità, l’aumento al ricorso di dichiarazioni precompilate e la razionalizzazione delle scadenze degli adempimenti e dei versamenti tributari.